Mulinello d’ali sul fuoco

di Rossella Frollà

Mulinello d’ali sul fuoco

Di un continente c’è l’ala feroce che avanza e quella lieve che sopraggiunge stremata e chiede aiuto. È un triste, duro, grave presagio. Ogni passo dell’umanità ne ha un altro silente accanto e spaventoso. Dal fondo di un’etica selvaggia e corrotta c’è un velo scuro in occidente. Chi soffia sul fuoco che ci stringe e aggiunge legna da ardere col sangue? Fuori da ogni schema le sentenze del terrore offrono l’atto di soffocare i pochi frutti del mondo e i passi corrotti dalle pepite d’oro scivolano nel male. In Occidente c’è un nuovo Don Chisciotte che cerca paesaggi e isole d’aria e sillabe sagge per gli umani. Con cura il dolore si riabilita e il volto sacro del mondo. Quel Don Chisciotte risuona nei bistrot, di stazione in stazione, negli stadi, nei teatri, nei metro. Il suo calvario si consuma. Deve esserci qualcosa d’altro in questa offerta sacrificale del mondo. Spasmi e contrazioni ci piovono addosso con lutti improvvisi. Deve esserci un senso a questo sale che piove sulle ferite. È fiamma e boscaglia, è guerra. E come in trance non abbiamo sentito il tuono che c’è già stato. Oltre il tempo il digiuno imposto al pensiero e alle menti scandisce la pulsione alla radice di questo modo di esistere che ci ammorba. Noi siamo il nuovo Don Chisciotte malato di cancro che con l’intrepido coraggio di chi sa va fino in fondo e porta il suo dolore come un altro volto sacro del mondo. E come nei lutti improvvisi per un prodigio concesso si resiste. Il tuono chiama a radunarsi nella felicità amara di sentirsi vicini, né vincitori né vinti, abbracciati nei momenti dell’assurdo a lasciare i rimorsi e a coltivare i sogni. «mulinello d’ali» sul fuoco.

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