Mino Petazzini – Solitudine moltitudine – Bohumil 2022
Esiste l’espressione “facilità di scrittura”, e non sempre è una espressione lusinghiera nei confronti di chi scrive, sottintendo a volte una scrittura corriva, che non trova ostacoli perché non ne cerca, vuole restare semplice.
Pensavo se invece si potesse usare l’espressione “felicità di scrittura”. Che non vorrebbe dire scrivere la felicità, e neppure la felicità di chi scrive. Invece si potrebbe pensare questa espressione come uno stato che permette di scrivere con continuità cose di grande valore. Sappiamo che il tempo è una variabile non trascurabile nel lavoro di chi scrive. E questo anche per Petazzini, visto che è di lui che vorremmo parlare. Quindi non so se si può dire che ha attraversato un periodo di “infelicità di scrittura”, ma forse si può sostenere che questi anni sono per Petazzini anni davvero di felicità di scrittura.
Fra il 2019 e oggi ci sono i due libri per Bohumil, Scheggiando i muri e questo Solitudine moltitudine, e poi le grandi antologie con Luca Sossella editore La poesia degli alberi, prima, poi La poesia degli animali (la prima parte), poi sta per arrivare una seconda parte, poi alcuni titoli già quasi pronti ma ancora inediti (qualcosa ha potuto leggere, chi scrive).
Ma proviamo a cominciare a dire qualcosa di Solitudine moltitudine.
Stringendo al massimo: è un libro riuscitissimo, e meraviglioso (vero, in genere non si usano aggettivi della categoria estetica, ma si fa per chiarirsi. Si vorrebbe nel corso di queste righe provare a giustificare e argomentare la scelta).