Passione Poesia – Letture di poesia contemporanea (1990 – 2015)

LA STRUTTURA DELL’ANTOLOGIA POETICA CONTEMPORANEA: VERIFICA DEI CRITERI SELETTIVI IN PASSIONE POESIA, A CURA DI AGLIECO, CANNILLO, IACOVELLA (2016)

di Mario Buonofiglio

Agli inizi del Novecento le antologie poetiche, note fin dall’antichità sotto varie forme, assumono le caratteristiche attuali diventando forma letteraria, un genere che presenta norme e criteri di selezione propri. La struttura dell’antologia novecentesca è complessa e non può essere confusa né con il classico florilegio né con una semplice raccolta di dati più o meno organici in base ai contenuti (tematici, temporali, geografici ecc.) o alle strutture formali utilizzate (poniamo, solo ciò che è o non è verso libero o sonetto, haiku ecc.).

Sfogliando Passione poesia, a cura di Sebastiano Aglieco, Luigi Cannillo e Nino Iacovella, Edizioni CFR, 2016 (d’ora in poi PAS) in questo articolo faremo riferimento a uno degli ultimi studi organici sulle antologie novecentesche, L’antologia, forma letteraria del Novecento, a cura di Sergio Pautasso e Paolo Giovannetti, edita da Pensa Multimedia nel 2004 (d’ora in avanti ANT, cui segue tra parentesi il nome dell’autore dell’articolo e il numero di pagina), che sintetizza in maniera efficace, con un approccio specialistico, gli elementi costitutivi, sia strutturali sia ideologici di questa forma letteraria.

Il titolo

A proposito del titolo in ANT viene segnalato che «Tra le antologie generali del Novecento contiamo una prevalenza dei titoli incentrati sulla [parola] “poesia” […]» (Giusti, 100). Con una suddivisione: «Per quel che riguarda la parola poesia occorre distinguere almeno tra due significati: [1] poesia come categoria generale (sia essa formale, generica o idealista) e [2] poesia come testo poetico, con connotazione quindi decisamente formale-generica» (Giusti, 102).
Il titolo dell’antologia curata recentemente da Aglieco-Cannillo-Iacovella è: Passione poesia; composto da due sostantivi astratti giustapposti, il titolo è un’endiadi che rispettata la “regola” generale formulata in ANT. Relativamente poi all’ulteriore sottodistinzione, in PAS il termine poesia ricade sotto il primo caso [1] (poesia come categoria generale), ma ovviamente è valido anche il secondo [2] (serie di singole poesie particolari).

Il sottotitolo

In PAS troviamo il sottotitolo: Letture di poesia contemporanea, 1990–2015. Sul ricorso a “contemporaneo” in ANT è esplicitato che nel secondo Novecento «[…] ritorna la volontà di distinguere le antologie più militanti, quelle che vogliono dare una lettura della contemporaneità, dalle storicizzanti» (Giusti, 104). Tra le antologie citate da ANT troviamo: La poesia contemporanea, 1945-1972 (Basile 1973); Poesia italiana oggi (Lunetta 1981); 1945-1975. Poesia in Italia (Bonoldi 1977); Poesie e realtà, ’45- ‘75 (Majorino 1977). ANT, pubblicato nel 2004, non riporta ovviamente le antologie edite dopo tale data (p. es., Il fiore della poesia italiana, tomo II, I contemporanei, seconda edizione aggiornata, a cura di M. Ferrari, V. Guarracino e E. Spano, dell’editrice Puntoacapo, 2016, dove troviamo, tra gli altri, 24 poeti presenti anche in PAS).
In PAS non c’è quindi, accogliendo i criteri selettivi adottati in ANT, la volontà di storicizzare né gli autori né il periodo preso in esame. Uno dei curatori spiega: «Passione poesia non intende essere un’antologia museo (dalla definizione di Edoardo Sanguineti) né un’antologia manifesto, tantomeno di un gruppo. Nemmeno può essere considerata una mappa assoluta degli autori presenti sulla scena» (Cannillo, 6).

I poeti-critici letterari

In PAS i critici “puri”, ossia quelli che non sono anche poeti, sono indicativamente intorno all’10% (salvo errori, data la scelta di molti poeti di ricoprire il ruolo del critico); inoltre, i tre curatori sono anch’essi dei poeti, che si “abbassano” (verrebbe da dire) a svolgere il ruolo del critico unicamente per fare un servizio alla “collettività” (l’insieme di tutti i partecipanti all’antologia). Nella quarta di copertina viene dichiarato che «115 poeti, critici, blogger, organizzatori culturali, lettori di particolare sensibilità e competenza hanno scelto e commentato con passione 115 poesie di altrettanti autori come emblematiche a vario titolo degli ultimi 25 anni di scrittura poetica […]». Sembrerebbe dunque che il totale dei nomi debba essere 115+115=230, ma non è così: alcuni autori sono invece presenti nella doppia veste di poeti (commentati da altri) e di “critici” che presentano una poesia di un autore scelto autonomamente e proposto agli antologizzatori. La somma è quindi inferiore. Cannillo chiarisce: «Alcuni poeti, in numero ridotto, sono presenti nella doppia veste di recensori e recensiti: non ci è sembrato giusto impedirlo o penalizzare valide collaborazioni quando la scelta è scaturita da diverse opzioni liberamente proposte e non frutto di saggi incrociati» (PAS, 7). Da notare quindi che sono state evitate le aberrazioni e i conflitti di interesse: l’“incrocio” di due poeti che si presentano a vicenda; la presenza dei curatori come poeti all’interno dell’antologia. E questo è un importante elemento a favore della credibilità dell’operazione editoriale. Cannillo informa i lettori che la scelta delle poesie è stata portata avanti «Lasciando in prima battuta agli autori dei saggi la libertà di scelta fra autori, o testi o di impostazione critica. Riservandoci solo una scelta di opportunità fra le diverse proposte, a evitare sovrapposizioni o incroci diretti fra eventuali poeti curatori e autori presentati» (PAS, 6) [il corsivo è nostro].

Tre approcci: critico-“autoritario”, poetico-“democratico”, casuale-“anarchico”

L’idea di eliminare, per quanto possibile, la figura “autoritaria” del critico (l’accezione non è negativa) è innovativa all’interno del panorama editoriale, ma presenta problemi pratici (come assemblare i materiali testuali? quale ordinamento preferire?) e teorici (quali testi accogliere? chi sceglie i testi?).
Sebastiano Aglieco, uno dei tre curatori di PAS, affronta con lucidità il nocciolo teorico della questione; la sua “prefazione” è infatti intitolata Poesia e critica oggi. Aglieco sa che il problema fondamentale è: quella del critico letterario è ancora una figura di garanzia? Motivando le scelte di fondo, Aglieco prende le distanze dall’approccio critico-“autoritario” tradizionale; infatti scrive: «È un dato di fatto che la critica della poesia, almeno negli ultimi trent’anni, sia stata esercita dagli stessi poeti» (PAS, 8). Anche in ANT è registrata questa tendenza: «Il secolo comincia con il predominio pressoché totale dei poeti […] Laddove sono protagonisti i poeti, tutto il libro fin dalla sua impalcatura sembra risentirne: nell’ordinamento, fondato sulla data di nascita dell’autore piuttosto che su categorie storiografiche; nella strutturazione e titolazione interna, sfrondata e ridotta spesso ai soli estremi anagrafici» (Giusti, 100). In PAS non troviamo però alcun tentativo, almeno dichiarato, di storicizzazione; Cannillo informa: «Senza avere ambizioni o interesse a storicizzare meccanicamente gli autori proposti, abbiamo delimitato un periodo che rappresenta un giro di boa tra due millenni, due secoli, due decenni» (pag. 5).

Sull’attività critica accademica Aglieco aggiunge che «La storia della critica, per come la conosciamo, si costruisce dentro un margine ristretto di deleghe attribuite, per fiducia e autorevolezza, a un lettore autorizzato —il critico, appunto— ma, certo, a mettere insieme gli abbagli critici a partire dal settecento —si pensi all’apostrofe “barbara”, attribuita da Voltaire all’opera di William Shakespeare— si potrebbe scrivere una antistoria dell’arte, una specie di inferno o purgatorio in cui, per gusto, cultura, antipatie, sono relegate opere e autori che poi il tempo ha riscattato» (PAS, 9).
Esclusa quindi d’ufficio la figura ufficialissima del critico, gli antologisti hanno utilizzato quindi, per quanto possibile, un metodo poetico-“democratico”: sono i poeti stessi che scelgono altri poeti da presentare ai lettori. In questo circolo (almeno teoricamente) vizioso, in cui chi sceglie appartiene per lo più allo stesso gruppo all’interno del quale vengono scelti gli autori da includere nell’antologia, chi è il giudice finale? Chi decide sulla qualità e sull’importanza di un testo? In fondo è il lettore stesso, mentre i curatori (in questo caso tre) svolgono la funzione di garanti dell’intera operazione accettando o meno delle preselezioni o proposte e sorvegliando che nessuno imbrogli (è possibile, p. es., che qualcuno voglia non rispettare lo “spirito” dell’antologia indicando se stesso come autore di un testo meritevole).

In ANT troviamo conferma storico-statistica della bontà di questa scelta: «Lasciare la parola ai poeti e alla loro esperienza poetica significa non sovrapporre loro delle griglie interpretative, lasciare il lettore relativamente libero di effettuare le sue verifiche e le sue comparazioni su e tra i testi poetici. Significa anche riconoscere al poeta uno statuto vicino a quello dell’antologista […]» (Giusti 101).
In PAS S. Aglieco precisa al riguardo: «Esperienza personalissima, come si dice, tra due amanti: lettura e scrittura intrappolate in un’unica tessitura che produce oggetti artistici; sei tu il poeta, ha dichiarato qualcuno rivolgendosi al lettore, e il lettore dovrebbe sempre esprimere il suo senso critico anche attraverso gesti minori, persino l’elementare invito, per passione e convinzione, di andarsi a leggere il libro che gli è piaciuto tanto» (pag. 10).
Nino Iacovella, nella sua introduzione Marginalità della poesia, poesia marginale, a proposito del senso e dell’utilità dell’antologia, annota che «[…] vi è una “soglia” di resistenza costituita da poeti e cultori del genere che alimentano continuamente l’interscambio tra scrittura e lettura dei testi poetici»; e, acutamente, aggiunge: «Il pubblico “marginale” della poesia contemporanea è in realtà un pubblico altamente specializzato composto quasi esclusivamente dai (pochi) stessi poeti» (PAS, 12-13).

Lasciare al poeta-critico la possibilità di scegliere un testo poetico tra quelli prodotti nel periodo 1990-2015 espone l’antologia, almeno in sede teorica, a dei rischi di “valutazione” (di cui i curatori non sono direttamente responsabili): esclusione di poeti importanti (qualcuno potrebbe lamentarsi, e forse l’ha fatto, per l’esclusione del poeta x); l’inclusione, al contrario, di talaltro poeta non considerato importante o meritevole ecc. (ossia la presenza, nell’antologia, di nomi non giustificabili in sede critico-letteraria, ma dovuta semplicemente a gusti e scelte personali del singolo poeta-critico o critico-poeta che non tengono affatto conto di criteri di valutazione oggettivi comunemente accettati dalla critica ufficiale). Il rischio, sempre in sede teorica, è quello di esporre il criterio selettivo adottato a un procedimento casuale-“anarchico” (nessuna “autorità” è accettata, nessun poeta è più importante degli altri del gruppo ecc.). Ma questa spinta, nell’antologia in oggetto, è tenuta sotto controllo dalla sensibilità poetica e dalla competenza critico-letteraria dei tre curatori, che hanno continuamente monitorato gli argini (i margini, i confini) dell’antologia evitando le derive anarchiche.

Concludendo la lettura dell’antologia possiamo affermare che il sistema “democratico” adottato in PAS naturalmente funziona se il numero dei partecipanti è sufficiente alto (e 115 è quindi un numero considerato di “garanzia” dai curatori); ne consegue che la qualità e l’autorità dell’antologia, già molto alta, tenderà a migliorare ulteriormente in futuro se PAS è work in progress o, come si potrebbe dire nell’accezione informatica, una procedura selettiva incrementale: sono previste edizioni annuali?

L’ordinamento

La comunità dei poeti raggruppati sotto l’insegna di Passione poesia ha decretato, quindi, come particolarmente meritevoli di essere inclusi nell’antologia un (primo?) gruppo di 115 poeti, disposti in ordine alfabetico (che è il metodo più “neutro”).
Anche relativamente all’ordinamento sono rispettati i criteri individuati in ANT: «Insomma, è attraverso il titolo e l’autore, ma anche se non soprattutto attraverso l’indice degli autori e dei testi scelti (che spesso non vengono neanche letti e riletti: di ogni nuova antologia che esce i lettori esperti vanno a giudicare le inclusioni e esclusioni, gli apparati esegetici, l’introduzione), che ogni antologia si afferma nel contesto culturale, fa lezione, diventa essa stessa tradizione, autorità, canone» (Giusti, 95).

Conclusione
Passione poesia è probabilmente la più bella antologia sulla poesia contemporanea oggi in libreria.

Nota

Il presente articolo è ospitato sulla rivista online «Pelagos»; si segnala pertanto che nell’antologia Passione poesia, alle pagg. 263-265, è possibile leggere un notevole articolo critico di Carlangelo Mauro su “L’acqua nera” di Umberto Piersanti, Intitolato “Madío, l’epos familiare e il ‘diavolo contadino’”. Nella poesia, che apre la raccolta Nel tempo che precede (Einaudi, 2002), anche Mauro ritrova una residuale forma di epos contadino; e aggiunge: «Sta qui la forza, direi, innanzitutto antropologica della poesia di Piersanti». La poesia di Piersanti porta quindi in superficie (ora che anche noi vediamo l’“acqua nera”) il fondale ancestrale dell’esistenza, il groviglio di natura e storia nel quale la mano dell’uomo scandaglia alla ricerca di qualcosa di riconoscibile e familiare, di un senso. Siamo alla presenza di una poesia “antropologica”, che può aprire anche interessanti interpretazioni nicciane; si pensi, p. es., all’aforisma 558 di Aurora: «Amo gli uomini che sono come acque trasparenti e che, per dirla con Pope, “lasciano intravvedere le impurità sul fondo del loro fiume” […]». Secondo questa possibile chiave di lettura, l’“acqua nera” di Piersanti è, quindi, anche la superficie, il moto ondoso e circolare che mischia ciò che è vivo e ciò che è morto, essere e non essere.

Appendice: elenco degli autori

Questo è l’elenco dei gli autori inclusi in Passione Poesia (in neretto i poeti):
Nadia Agustoni/Renata Morresi Antonio Alleva/Lorenzo Gattoni Cristina Alziati/Sergio Rotino Raymond André/Antonio Alleva Antonella Anedda/Alessandra Paganardi Nino Angiuli/Vito Russo Cristina Annino/Stefano Guglielmin Sergio Atzeni/Pasqualina Deriu Pier Luigi Bacchini/Vincenzo Di Maro Corrado Bagnoli/Piero Marelli Raffaello Baldini/Edoardo Zuccato Giorgio Barberi Squarotti/Valeria Serofilli Salvo Basso/Renato Pennisi Dario Bellezza/Ignazio Gori Luca Benassi/Annamaria Ferramosca Mario Benedetti /Fabio Franzin Piero Bigongiari/Paolo Fabrizio Iacuzzi Silvia Bre/Cinzia Demi Franco Buffoni/Saverio Bafaro Nanni Cagnone/Lucetta Frisa Maria Grazia Calandrone/Giovanna Frene Chandra Livia Candiani/Giorgio Morale Pierluigi Cappello/ Anna de Simone Roberto Carifi/Vincenzo Guarracino Simone Cattaneo/Fabrizio Bianchi Patrizia Cavalli/Simone Zafferani Alessandro Ceni/Giulio Maffii Giuseppe Conte/Francesco Macciò Maurizio Cucchi/Ottavio Rossani Claudio Damiani/Marianna Comitangelo Roberta Dapunt/Eugenio Parziale Massimo Daviddi/Laura Garavaglia Milo De Angelis/Luigia Sorrentino Alfredo de Palchi/Adam Vaccaro Eugenio De Signoribus/Ivan Fedeli Nino De Vita/Giampaolo De Pietro Pasquale Di Palmo/Roberta Bertozzi Luigi Di Ruscio/Christian Tito Alberto Dubito/Paolo Cerruto Luciano Erba/Pancrazio Luisi; Gabriela Fantato/Rinaldo Caddeo Anna Maria Farabbi/Aky Vetere Narda Fattori/Maria Lenti Paola Febbraro/Anna Maria Farabbi Ivano Ferrari/Julian Zhara Assunta Finiguerra/Carla Saracino Umberto Fiori/Roberto Bertoldo Luigi Fontanella/Salvatore Violante Franco Fortini/ Riccardo Corcione Biancamaria Frabotta/Giovanna Iorio Fabio Franzin/Tito Truglia Gabriele Frasca/Augusto Iossa Fasano Giovanni Giudici/Rodolfo Zucco Mario Grasso/Massimiliano Magnano Mariangela Gualtieri/Alessandro Assir; Alfonso Guida/ Marco Munaro Paolo Fabrizio Iacuzzi/Sebastiano Aglieco Jolanda Insana/Carmelo Princiotta Tomaso Kemeny/Bianca Garavelli Ermanno Krumm/Annalisa Venditti Mia Lecomte/Andrea Sirotti Rosaria Lo Russo/Marco Simonelli Franco Loi/Davide Romagnoli Gianmario Lucini/Vincenzo Mastropirro Mario Luzi/Antonio Donadio Dante Maffia/Luca Benassi Valerio Magrelli/Giuseppe Grattacaso Giancarlo Majorino/Laura Di Corcia Piero Marelli/Nadia Agustoni Francesco Marotta/Marco Ercolani Stefano Massari/Giacomo Cerrai Alda Merini/Adele Desideri Giuliano Mesa/Biagio Cepollaro Marco Munaro/ Maurizio Casagrande Roberto Mussapi/Michele Montorfano Luigi Nacci/Gianmaria Nerli Giampiero Neri/Angela Passarello Piera Oppezzo/Maria Pia Quintavalla Giorgio Orelli/Fabio Pusterla Elio Pagliarani/Andrea Marchesi Remo Paganelli/Paolo Pistoletti Alfredo Panetta/Enrico De Lea Elio Pecora/Alberto Toni Plinio Perilli/Domenico Cipriano Umberto Piersanti/ Carlangelo Mauro Giancarlo Pontiggia/Mariolina De Angelis Fabio Pusterla/Gianni Turchetta Maria Pia Quintavalla/Loredana Magazzeni Giovanni Raboni/Pasquale Di Palmo; Stefano Raimondi/Luciano Neri Giovanni Ramella Bagneri/Mauro Germani Davide Rondoni/Corrado Bagnoli Tiziano Rossi/Mario Fresa Roberto Roversi/Vincenzo Frungillo Claudia Ruggeri/Floriana Coppol; Beppe Salvia/Rosa Salvia Edoardo Sanguineti/Manuela Manfredini Mario Santagostini/Luisa Pianzola Gregorio Scalise /Christian Sinicco Giovanna Sicari/Elio Grasso Giancarlo Sissa/Luca Ariano Michele Sovente/Francesco Filia Bianca Tarozzi/ Gabriella Musetti Francesco Tomada/Nino Iacovella Ida Travi/Rosa Pierno Paola Turroni/Marco Bellini Patrizia Valduga/Luigi Cannillo Aurelio Valesi/Gianni Priano Ida Vallerugo/Nelvia Di Monte Marco Vitale/Giancarlo Pontiggia Cesare Viviani/ Francesco Napoli Lello Voce/Gabriele Stera Andrea Zanzotto/Isabella Vincentini Valentino Zeichen/Franz Krauspenhaar Edoardo Zuccato/Gabriela Fantat.

Nota biografica

Mario Buonofiglio: critico letterario, si occupa prevalentemente di poesia contemporanea. Principale ambito di interesse scientifico: ritmi e metri.
È co-direttore della storica rivista “Il Segnale” (fondata nel 1981); collabora inoltre con riviste cartacee specialistiche.

Suoi interventi sono presenti anche in internet.

Website: www.buonofiglio.it
Email: mario@buonofiglio.it

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