La poesia di Umberto Piersanti in svedese

umberto piersanti poesie svedeseDopo importanti traduzioni delle sue raccolte in varie lingue maggiori (francese, inglese, spagnolo), viene dedicata ad Umberto Piersanti una antologia italo-svedese di prestigio e valore. Infatti le traduzioni di Ida Andersen trasportano in questa lingua germanica il canto e la tensione lirica propri dell’autore urbinate, senza soffocarne l’ampiezza d’animo né il portato semantico, ristabilendo con il testo svedese un rapporto di “fede” reciproca che è alla base del binomio “testo di partenza-testo di arrivo”. La selezione prevede una scelta di poesie disposte in maniera cronologica dall’esordio di Piersanti in poesia risalente al 1967, e cioè Frammento lirico, sino all’ultima raccolta di versi pubblicata da La Nave di Teseo tre anni fa, Campi d’ostinato amore. Lontano dal carpire le differenze di trasposizione non conoscendo ahimè lo svedese ma basandomi sulla musicalità del dettato e sul rispetto della versificazione originale che la lingua d’arrivo rispetta al minimo dettaglio, la raccolta dà una visione di insieme omogenea della poesia del poeta urbinate, soffermandosi sui momenti più importanti di un cinquantennio: i vari tipi di appercezione del tempo, il vitalismo, l’esaltazione della Natura e del mito, il legame con il figlio Jacopo.

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Tre poesie inedite di Gabriele Greco

Gabriele Greco

Gabriele Greco

Pubblichiamo tre poesie inedite di Gabriele Greco, poeta toscano che vive in Svezia.

Cardeto

E fu un buio
di polveri.

Nessuno
li rivide.

La falesia
grandinò
denti
di sangue
sulla riva
urlante
del mare
affogato
di strazi.

Ad ogni voce, una croce.

Oggi
il mattino
è tutto un viavai
di madri
tra biancospini
in fiore.

Pace ora
e sempre sia
questo vociare
di bambini
a perdifiato
in girotondo
sul prato.

*

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Memoria e natura nella poesia di Umberto Piersanti

umberto piersanti premio oreste pelagatti

Umberto Piersanti alla XXV Edizione del Premio Nazionale di Poesia “Oreste Pelagatti”

Nell’ambito della XXV Edizione del Premio Nazionale di Poesia “Oreste Pelagatti”, organizzato dall’Associazione Culturale “Le Lunarie” a Civitella del Tronto (TE), è stato conferito, lo  scorso 6 agosto,  il Premio Speciale a Umberto Piersanti, una delle voci più autorevoli e importanti della poesia italiana. Al libro d’esordio, La breve stagione, pubblicato nel 1967, all’età di ventisei anni, hanno fatto seguito numerose altre raccolte di poesie. Fra queste dobbiamo citare almeno I luoghi persi, Einaudi, 1994, ripubblicato, con 12 inediti, da Feltrinelli nel 2022, Nel tempo che precede, Einaudi, 2002, L’albero delle nebbie, Einaudi, 2008, Nel folto dei sentieri, Marcos y Marcos, 2015. È anche autore di quattro romanzi, L’uomo delle Cesane, Camunia,1994, L’estate dell’altro millennio, Marsilio, 2001, ripubblicato poi da Mursia nel 2013, Olimpo, Avagliano, 2006, e Cupo tempo gentile, Marcos Y Marcos, 2012, e di una raccolta di racconti, Anime perse, del 2018. Ha pubblicato, inoltre, due opere di critica e realizzato tre film-poemi, e quattro “rappresentazioni visive” per la televisione su altrettanti poeti.

Citiamo, fra i numerosi premi ricevuti il Mario Luzi, il San Pellegrino, il Frascati, il Ceppo Pistoia, il Penne, il Premio Nazionale Letterario Pisa, nella sezione poesia, il Premio Pascoli, il Premio Pavese. A questo elenco sintetico, e quindi incompleto, dobbiamo aggiungere almeno altre due importanti notazioni: la prima è che dal 2016, Umberto Piersanti è Presidente del Centro Mondiale della Cultura e della Poesia “Giacomo Leopardi” di Recanati, e che nel 2005 è stato candidato al Premio Nobel per la letteratura.  Ha insegnato Sociologia della letteratura, letteratura italiana moderna e contemporanea e poesia contemporanea nell’Università degli Studi di Urbino. Le sue opere sono state tradotte in diverse lingue, fra cui, inglese, francese e spagnolo, per citare solo le principali, ed è presente in molte riviste, sia italiane sia straniere.

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Costellazione parallela. Poetesse italiane del Novecento

Costellazione parallela – poetesse italiane del NovecentoUn’interessante antologia, curata da Isabella Leardini per la casa editrice Vallecchi, è uscita nell’aprile del 2023 dal titolo emblematico Costellazione parallela – poetesse italiane del Novecento, introdotta da un attento ed esplicativo saggio, concernente alcune tra le voci femminili più rappresentative nel panorama della poesia del Novecento.

Questo lavoro nasce dal desiderio dell’autrice di ricordare sedici poetesse del Novecento, sottovalutate dalla critica letteraria, in quanto donne, condannandole così, salvo alcune eccezioni, all’oblio. Nelle antologie del Novecento troviamo, infatti, una scarsa presenza femminile. In particolare, la Leardini polemizza con l’antologia di Pier Vincenzo Mengaldo, Poeti italiani del Novecento (Meridiani Mondadori, 1978), che inseriva soltanto Amelia Rosselli e con quella di Sanguinetti del 69, che non ne comprendeva alcuna. Entrambe le antologie, tuttavia, nascevano dall’intento di storicizzare i canoni del secolo scorso.

È da precisare inoltre che l’antologia di Mengaldo era uscita due anni dopo la pubblicazione della raccolta Donne in Poesia a cura di Biancamaria Frabotta, con nota di Dacia Maraini, che antologizzava ben ventisei poetesse. A seguito, infatti, della rivoluzione femminista del ’68, si erano moltiplicate le iniziative editoriali e le pubblicazioni femminili.

Lo scopo principale, che si propone la Leardini, è di porre in luce, come lei stessa scrive: “un coro di voci sole in un secolo che per la poesia italiana è stato determinante proprio per la sua coralità, per la ricchezza di movimenti e di voci”.

Le autrici inserite in questo libro sono sedici: Ada Negri, Sibilla Aleramo, Amalia Guglielminetti, Lalla Romano, Antonia Pozzi, Daria Menicanti, Fernanda Romagnoli, Margherita Guidacci, Maria Luisa Spaziani, Cristina Campo, Armanda Guiducci, Nella Nobili, Mariagloria Sears, Giovanna Bemporad, Amalia Rosselli, Alda Merini.

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Le campane di Silvia Bre

di Rossella Frollà

Silvia Bre
Le campane
Giulio Einaudi Editore, 2022

le campane silvia breÈ una promessa di compimento «stare alla notte/e cavarne un linguaggio», la parola maturata nella spremitura. Il dettato denso, intenso, sapienziale, autentico, ha l’orecchio assoluto, non vi è nulla di superfluo. La parola costruisce sulla diminuzione per cui sembra essere preparata. È «l’origine» il patto con la parola stabilito altrove: «È da lontano che viene, e non per noi/arriva e fa pensare che fosse qui/da prima/e prima di muovere commuove/mentre sembra che cada/come accade a noi/stessa voglia di spazi, stesso firmamento/da rinchiudere perché stia vicina/perché sia imprendibile. /È l’origine.».

L’incompiuto anziché condurre alle soglie del nichilismo schiude un nuovo significato «essere stati il futuro di qualcuno». E allora il compimento è nella posterità, nell’azione creativa concreta, terrena della parola, con l’immenso slancio, «congiunta all’incompiuto, muta, immersa» nel totale affidamento al richiamo di ogni cosa, alla regola della qualità originaria che da ogni cosa grida. In questo processo evolutivo la Bre sfodera quella sensibilità capace di intuire l’azione creativa, la forza, senza fermarsi: «C’è una forza che tiene e ha una forza/che tira avanti come un animale/non chiede niente e si prolunga buia/nel suo buio venire in mezzo al mondo/travolge tutto dalle sue radici/ [… ]/averla dentro leva da se stessi/come va via da te quello che dici.».

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Memoria di Umberto Piersanti

Memoria
di Umberto Piersanti

Le parole della poesia (Vallecchi, Roma, Firenze, 2023)

mamoria umberto piersantiDi recente è nata una raffinata collana, curata da Isabella Leardini, di preziosi libretti, scritti da alcuni dei poeti più rappresentativi, chiamati a esprimersi su parole, a loro scelta, fondanti nel pensiero e nella letteratura. Umberto Piersanti, fedele alla sua poetica, ha scelto di soffermarsi sul termine memoria: parola di grande risonanza interiore.

La memoria è stata fin dall’antichità fonte di argomentazioni filosofiche e d’ispirazione poetica, inoltre, soprattutto nel periodo in cui la trasmissione era orale, veniva divinizzata e considerata la madre di tutte le arti, le Muse, che proteggevano la vita dal nulla e dall’oblio. Il vedere, infatti, come presente ciò che è passato ha la capacità di liberarci dal tempo e un po’ dalla morte, per sant’Agostino la memoria rappresentava il ventre stesso dell’anima.

Un intenso dialogo Piersanti istaura con i poeti, che fin dalla giovinezza sono stati alla base della sua formazione, ponendo a raffronto i suoi testi, si parva licet, come lui stesso scrive, con i loro.

Lo scritto, suddiviso in sei brevi sezioni (Poesia e memoria, Memoria mitica, Infanzia, Memoria involontaria e volontaria, Infanzia e giovinezza, La memoria una umana immortalità) inizia con una frase contenuta nel romanzo L’uomo delle Cesane pubblicato nel 1994 (ed. Camunia, Milano): “Una volta passati sogni e ricordi sono la stessa cosa”. Queste parole contengono una verità profonda: i ricordi non sono stabili, si modificano nel tempo, possono portare a cambiamenti profondi, influenzati dai vari processi emotivi. E questo vale soprattutto per la memoria privilegiata dei poeti. Come scrive Giacomo Leopardi i sogni e i ricordi possono essere inquieti e dolorosi, ma la memoria li addolcisce, li riverbera in una dimensione mitica. Per il grande Recanatese la rimembranza è essenziale nel sentimento poetico, volto alla ricerca del vago e dell’indefinito. Ma la memoria può essere anche recentissima, perché, spiega Umberto Piersanti, nel momento in cui ci si accinge a scrivere, il presente è già passato come nell’idillio leopardiano Alla luna.

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In ricordo di Antonio Prenna

antonio prennaPochi giorni fa abbiamo appreso con sgomento e dolore della prematura scomparsa di Antonio Prenna, giornalista e scrittore di Filottrano, promotore di numerose iniziative culturali nelle Marche. Ad alcune di queste era stato invitato anche Umberto Piersanti, che aveva partecipato con entusiasmo e interesse.

Antonio Prenna aveva scritto delle recensioni per la rivista Pelagos Letteratura, che riportiamo qui sotto come ricordo. Era ancora in contatto con la nostra redazione, con cui scambiava articoli, libri e recensioni, in un amichevole rapporto di condivisione della letteratura e del bello. Lo avevamo sentito fino a pochi giorni prima della sua improvvisa scomparsa, anche per questo la notizia ci ha profondamente rattristati.

Alla famiglia di Antonio Prenna va tutta la vicinanza e l’affetto di Umberto Piersanti e della redazione di Pelagos Letteratura, con le più sentite condoglianze.

Articoli, interviste, recensioni e poesie di Antonio Prenna:

Foto di Antonio Prenna dal Premio Annnibal Caro, Civitanova Marche, 6 giugno 2023: https://www.youtube.com/live

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Il paese invisibile e il passo per inventarlo

Il paese invisibile e il passo per inventarloRoberto Marconi utilizza lo stile del poema in prosa per costruire una favola moderna, improntata sulla solidarietà e l’accoglienza di un paese immaginario, modellato sulla falsa riga di quei luoghi della Marca del sud in cui è nato e in cui risiede da sempre. È il paese infatti il baricentro di questo singolare racconto poetico (Il paese invisibile e il passo per inventarlo, pref. di Umberto Piersanti, Arcipelagoitaca, pp. 113, euro 16,00), così come è stato per la vicenda esistenziale e dolorosa di un Pavese o per quella tenera e cordiale di Fabio Tombari, altro grande narratore marchigiano scomparso nel 1989. Ce ne ricorda le affiliazioni Umberto Piersanti nella raffinata prefazione che apre il libro di questo poeta e scrittore di Potenza Picena, legato ai suoi luoghi ma con un’apertura verso l’Altro che testimonia di un “cristianesimo mai esibito e mai confessionale”, sempre alla ricerca di una ostinata compassione verso chi soffre e verso chi non riceve mai “un complimento un mi piace”.

Attraverso uno stile polifonico e a dir poco originale, svariate sono le voci e le riflessioni che si susseguono in questi “appunti di vita” e che rimane d’altronde arduo collocare in un tempo ben circostanziato: ad ogni modo però non si tratta di scene anonime bensì situate in una topografia realmente esistente (Via Le Rupi, Umberto I, Largo Asciutti…) e che dimostrano un forte attaccamento alla propria terra, alle proprie origini, senza per questo tacciare l’autore come forzatamente “provinciale” o “aneddotico”: “Certo, Roberto Marconi sfugge ad una dimensione aneddotica e provinciale, ma lo fa in un modo tutto suo”, dirà infatti Piersanti.

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