Dante, Riccardo e l’ordine delle Beatrici lottano per salvare il mondo

Pubblichiamo la recensione di Umberto Piersanti del romanzo di Bianca Garavelli “Le Terzine perdute di Dante”.

Bianca Garavelli nelle Terzine perdute di Dante (Baldini&Castoldi, Milano 2012) ci narra un’intrigante storia sospesa tra due epoche lontane, il tardo medioevo e la contemporaneità. Due epoche lontane ma strettamente correlate tra di loro: il rischio che minaccia l’umanità attuale era già stato previsto da Dante e da altri personaggi suoi contemporanei.

Riccardo ha scoperto in biblioteca una strana scritta che solo più tardi, ed attraverso mille peripezie, verrà decifrata nel suo minaccioso significato. La scritta sembra essere quella autografa di Dante Alighieri. Da quel momento Riccardo deve affrontare una serie di peripezie e di pericoli che tenta di evitare attraverso una fuga continua tra Italia e Francia. Ma il povero Riccardo non potrebbe nulla senza l’aiuto di Agostina, una donna tanto tenera quanto forte e combattiva, solo apparentemente lontana da una dimensione affettiva ed erotica. Agostina ed altre sue amiche difendono Riccardo da un pericolo che lo minaccia, da un nemico che lo insegue constantemente, da un cupo personaggio: Edoardo Cerchi. E qui intervengono le conoscenze storiche della Garavelli ed i suoi studi di riconosciuta dantista. Edoardo Cerchi porta il cognome di quell’antica famiglia fiorentina nemica giurata dei Donati così come di Dante. E Riccardo fa di cognome Donati. I piani temporali si congiungono, la lunga lotta tra il bene e il male continua costante attraverso i secoli.
Bisogna assolutamente sventare il pericolo, tutto moderno, di una fine del mondo: l’apocalisse è riconducibile ad una scienza sbagliata che non conosce i limiti e viola l’ordine divino dell’universo.

Non intendo raccontare la trama né svelare il finale in quanto si toglierebbe molto alla forza del libro basata su una continua suspence, su un succedersi implacabile di avvenimenti che attraversano i secoli e si rimandano l’un l’altro.
E’ da sottolineare la presenza positiva del femminile: le donne riparano, consolano, ma soprattutto combattono. Riccardo non ha quasi mai la forza di affrontare, anche fisicamente, il nemico che lo insegue: è sempre Agostina ad intervenire e a salvarlo dalle situazioni più minacciose e disperate. E con lei tutte le amiche sparse tra l’ Italia e la Francia che ogni volta offrono asilo ed intervengono in difesa di Riccardo.

Anche Dante, riparato a Parigi, incontra nella fredda città del nord una donna che gli farà da guida e lo introdurrà in un inquieto universo di gruppi e centri esoterici che lottano in nome dello Spirito e della salvezza. Marguerite introduce Dante ai misteri della visione, è attraverso di lei che il poeta apprende l’arte di perdersi nelle cose, di individuare misticamente il divino. Marguerite è una Beatrice più terrena e consapevole, una Beatrice che deve affrontare gli scontri e i pericoli derivati dalla sua posizione di teologa e mistica con tendenze che la chiesa ufficiale reputa eretiche.
Nella fredda Parigi e nei suoi umidi vicoli, Dante incontra altri personaggi tra cui spicca il Numenio: si tratta del francescano Pietro Aureoli, doctor facundus, grande interprete della teologia e della mistica medioevale. Credo che da un punto di vista filologico Numenio non c’entri niente con noumeno. In Kant il noumeno è quella realtà assoluta che sta sempre al di sopra della nostra possibilità di conoscenza razionale che si arresta al fenomeno, all’ apparenza. Numenio ha la rara possibilità di individuare, sia pure per attimi e frammenti, quel reale assoluto e di farlo percepire allo stesso Dante il quale ha due compiti fondamentali: scrivere il divino poema e avvisare l’umanità futura del pericolo che incombe.

Bianca Garavelli ama spesso citare Dante e dimostra una notevole capacità attraverso le terzine perdute di fare rivivere la sua scrittura: è una tecnica questa che deriva dalla lunga consuetudine con il poeta fiorentino.
Anche la scienza gioca un ruolo complesso in questo libro: i Fratelli del libero spirito a cui appartengono Dante e Marguerite non sono nemici della scienza, ma avversano i suoi possibili usi distorti. Entra in scena anche il bosone di Higgs, la celebre particella di Dio. La Garavelli dimostra una precisa conoscenza della fisica e dell’ astrofisica, cita non solo Einstein ma anche Majorana. Persino entità strane come il quark strange entrano in queste pagine ed il Cern diventa uno dei luoghi importanti di tutta la storia. Esistono anche scienzati positivi come Siegfried, ma da soli possono ben poco. Ed esiste anche una dimensione esoterica negativa come coloro che si sono allontanati dai Fratelli del libero spirito perchè desiderano la fine dell’ umanità che così sconterebbe la sua propensione al peccato e al negativo. Dunque non c’ è una ripartizione netta tra mistica positiva e scienza negativa.

Non sarà però la scienza a salvare il mondo, ma l’unione tra la poesia rappresentata da Dante e la mistica rappresentata da Marguerite. Saranno loro così come Riccardo, Agostina, Aurore e le altre sorelle, a salvare il mondo. Dunque la mistica e la poesia come valori fondanti della vita.

Il racconto è un intreccio di reale e visionario: non riusciamo mai a capire bene quando siamo di fronte a visioni o ad allucinazioni. Ed in fondo tra di loro non vi è una differenza sostanziale. Grande attenzione poi viene data ai luoghi descritti, agli interni e agli arredi, ai volti e ai gesti dei personaggi: dunque siamo di fronte ad una precisa osservazione del reale.
Marguerite finirà al rogo, condannata dalla chiesa ufficiale, ma i suoi insegnamenti rimangono.
L’ inquieto e autentico cattolicesimo della Garavelli propende constantemente per l’eresia, senza mai dimenticare la sostanziale verità che emana dalla cattedra di Pietro.
La lotta tra il bene e il male continua constante nei secoli, ma il bene trionfa alla fine anche e soprattutto per l’apporto femminile.

Umberto Piersanti

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2 commenti a “Dante, Riccardo e l’ordine delle Beatrici lottano per salvare il mondo

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