La poesia di Umberto Piersanti in svedese

umberto piersanti poesie svedese

umberto piersanti poesie svedeseDopo importanti traduzioni delle sue raccolte in varie lingue maggiori (francese, inglese, spagnolo), viene dedicata ad Umberto Piersanti una antologia italo-svedese di prestigio e valore. Infatti le traduzioni di Ida Andersen trasportano in questa lingua germanica il canto e la tensione lirica propri dell’autore urbinate, senza soffocarne l’ampiezza d’animo né il portato semantico, ristabilendo con il testo svedese un rapporto di “fede” reciproca che è alla base del binomio “testo di partenza-testo di arrivo”. La selezione prevede una scelta di poesie disposte in maniera cronologica dall’esordio di Piersanti in poesia risalente al 1967, e cioè Frammento lirico, sino all’ultima raccolta di versi pubblicata da La Nave di Teseo tre anni fa, Campi d’ostinato amore. Lontano dal carpire le differenze di trasposizione non conoscendo ahimè lo svedese ma basandomi sulla musicalità del dettato e sul rispetto della versificazione originale che la lingua d’arrivo rispetta al minimo dettaglio, la raccolta dà una visione di insieme omogenea della poesia del poeta urbinate, soffermandosi sui momenti più importanti di un cinquantennio: i vari tipi di appercezione del tempo, il vitalismo, l’esaltazione della Natura e del mito, il legame con il figlio Jacopo.

A fare da epigrafe al libro è “L’anima” (Själen), che sconvolge la cronologia (il componimento viene infatti pubblicato nel 1982), breve quartina nella quale Piersanti riflette su ciò che esiste di più profondo in noi stessi, l’anima per l’appunto, rifuggendo da qualsiasi deviazione civile della sua poesia, dalle incombenze della Storia e da una critica ad essa (Daniele Piccini) che si materializzerà in maniera più netta nelle liriche degli anni Settanta. Ma è stata forse la forza della Natura e la sua evocazione che troviamo nelle liriche di Umberto – oltre alla capacità di trasporre sulla pagina momenti di vissuto quotidiano che raccontano tutta un’epoca, come l’infanzia ad esempio, la quale rafforza i legami dell’individuo con una comunità, la comunità degli uomini che riporta “all’età dei padri, / delle tenere madri”, come recitano i versi di “Natale nella casa nuova” – ad aver interessato la casa editrice Ekström & Garay nel pubblicare questo volume, il quale infatti sfoggia in copertina un rovo, pianta che spesso campeggia nei versi del poeta. Come non poter pensare infatti che quelle stesse atmosfere che Piersanti evoca non possano ricrearsi anche nei dintorni di Stoccolma o in quelli di Lund, città dove ha sede la casa editrice sopramenzionata? Non sono peraltro le adorate Cesane “luogo dell’anima e patria poetica, oggi terra leggendaria trasfigurata fino a ̔sconfinare con la Galassia̕”? Mi sembra evidente che sia questa una delle piste da seguire per interpretare questa scelta. Inoltre, è assodata la stima che gli svedesi hanno per questa opera, almeno sin dal 2005, anno in cui Piersanti è stato inserito nella lista dei favoriti all’ambito Premio Nobel per la Letteratura.
Che questa pubblicazione sia da auspicio dunque per una futura – sperandola vicina – consacrazione.

Umberto Piersanti, DET FÖRFLUTNA ÄR ETT LAND LÅNGT BORTA. Dikter i urval 1967-2019; trad. it. Il passato è una terra remota. Poesie selezionate 1967-2019, Ekström & Garay, 2023, pp. 234.

Riccardo Bravi

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