La causa dei giorni di Cinzia Demi

La causa dei giorni di Cinzia Demi

di Rossella Frollà

Cinzia Demi
La causa dei giorni
Interno libri, 2022

La causa dei giorni di Cinzia  DemiC’è una struttura che fa le atmosfere della parola e una che le percepisce e le rappresenta. È questo strumento che Cinzia Demi usa per dare misure di dettaglio che non sono derivabili dalla percezione sensoriale diretta né dai dati puri e semplici che inizialmente hanno fornito l’acquisizione, il dominio effettivo, ottenuto da tutte le condizioni possibili del reale, ma sono il frutto dell’istanza del sé nel mentre scaglia la parola fin sulla soglia della coscienza: quella che apertamente si riconosce come lo Spirito che detta, di immensurabile ricchezza e infinitudine.

Si attua quel moto e si smuove quel piano interiore di motivazioni che impegnano la parola a una costruzione di tutti gli elementi, a una struttura di valore, di Unità che comunichi a tutti e parli a tutti e per ciascuno. In questa opera l’Io è dopo il sentire, dopo l’atto di trovarsi in vita, è quella divenibilità che supera la finitezza e l’infinità.  Riconosce la necessità del contraddittorio, tanto che la parola sussiste a se stessa come soggetto, itinerario critico che si arricchisce di sostanze primigenie, di luoghi, di affetti, delle fragilità umane, di «quel sentire che tutto affranca/quel bisogno di sapere/di toccare».

Crescere è imparare, è «la scia luminosa» che può accertarsi della Verità. Ma come crescere? Come ridefinire «quel segno che manca»? Allora: «aspettare mentre l’ape passa/a posarsi sul fiore», guardare con occhio grato e stupito, prensile e sapiente i luoghi e le cose che si incamminano verso di noi «a uno schiocco di dita/dalla primavera». Solo allora, ogni cosa, ogni ricordo domestico si fa mito, e ogni stagione il marzo «che non rinnega/il suo tempo».
All’ultimo chiaro, là dove si avverte la mancanza, «nella cucina dei ricordi/col rubinetto che perde/le ultime gocce della sera», là, si fa un tempo nuovo che nega e accoglie, «là dove una lieve brezza/si fa fiato della sera/e carezza che manca».

Così, quell’orchidea «che ogni tanto lascia andare un fiore» descrive benissimo l’Assenza che siede accanto alla Presenza quale urgente necessitate, che … «l’erba aspetta paziente il ritorno».
È questa una raccolta con «il chiarore infestante della Resurrezione» di ogni cosa.
La voce della Natura si fa sentire forte, suggerisce il richiamo, e come il passero «salta di ramo/in ramo voltando lo sguardo/in ogni direzione».

L’enumerazione delle «case» è il punto, il significante di appartenenza che ci permette di scandire le fasi della vita, le radici che ogni volta abbracciano nuovi fiori. L’ultima «casa» è «un giardino/che mai sarà uguale/alle forme dipinte/degli abbracci alle/ parole della terra/che si apre e geme// non una finzione/ma un tesoro lieve».

Raramente si legge un libro così intenso, con tante verità ben declinate, leggére, e immagini ben costruite, sapientemente articolate nei toni e nelle vibrazioni. Le parabole descrittive si intrecciano come «braci buone» ai significati. Restano lievi e basite, come «un sogno fermato/in un pugno in un lamento», in quel «dolore forte/che acceca la mente/l’umanità perduta/fottuta dall’ottusa gente».

Questo sogno diventa «materiale riciclabile», donna «impastata di fiori», «fiamma di tuorlo» che possiede spiritualità come sua stessa definizione.
È quella «città che accoglie/e ripaga nei lumi/delle case col sonno/degli eroi la vita».

La vita e l’istante nel suo accadere si narrano con l’abilità dei sostantivi e degli aggettivi sapientemente accostati.  L’intreccio smuove mirabilmente metafore e luci da quelle profondità che solo il Silenzio sa usare come risorsa.
Terra e mare sono i luoghi primigeni, sono l’Io profondo e interiore che veste la parola e la fruizione di una assolutezza spirituale della Verità.
Le motivazioni si impegnano in quei luoghi ben definiti che spiegano l’essere nel suo farsi essere e viversi.

È questa una parola che ha una sua autonomia dalle altre voci poetiche. E benché la Natura sia presente come fatto ontologico, come esistenza situazionale, ha la consistenza di un atto spirituale di avvaloramento dell’essere come esistere e dell’essere come consistere, come principio e fine dell’itinerario umano che non si stanca mai di tornare alla sorgente.

La libertà viene recuperata nella consapevolezza del limite immanente e del fine trascendente. Un’Alterità assoluta avvalora ogni cosa. E sotto le sembianze di tutto c’è un pane che io riconosco come crescita e sviluppo, principio dell’avvenire, che si fa possibile «causa dei giorni».

da Alla fine di agosto
[ … ]
per una volta non sono
sola nel ronzio dell’aurora
i nomi sorridono al richiamo
issano vele di luce ridanno
voce al fico al grano alla croce.

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1 commento a “La causa dei giorni di Cinzia Demi

  1. Sono incantata dallo sguardo penetrante e dall’ intima accoglienza che si respira no in questa illuminante recensione.Potrei inviarLe in lettura la mia ultima silloge?

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