Recensione di “Cupo tempo gentile” su Mangialibri

Pubblichiamo qui di seguito la recensione dell’ultimo romanzo di Umberto Piersanti “Cupo tempo gentile” (Marcos y Marcos, 2012) uscita su Mangialibri.

La fiamma della contestazione sessantottina divampa inarrestabile non solo nelle università delle principali città d’Italia. Anche l’ateneo di Urbino è stato occupato dal Movimento Studentesco, costituito da giovani infatuati dall’ideologia marxista-leninista o dalle suggestioni della rivoluzione culturale maoista. Le giornate trascorrono scandite da assemblee e manifestazioni, discussioni politiche e progetti di rinnovamento sociale, lezioni solo sotto il controllo delle commissioni studentesche ed esami collettivi, rivendicazione di nuovi diritti e volantinaggi, scontri contro le fazioni avverse e resistenze alle forze dell’ordine, considerate “cani da guardia della borghesia”.. Andrea Benci – venticinque anni e ormai prossimo al conseguimento della laurea in lettere – è convinto, a sua volta, che sia venuto il momento propizio per riformare le istituzioni e renderle più democratiche. Ma ritiene che l’arte debba stare al di sopra della lotta di classe, disapprova la dittature del proletariato, ogni forma di propaganda e di mistificazione storica. Ama Gozzano e Carducci, Montale e D’Annunzio. Detesta lo sperimentalismo e le avanguardie letterarie. Il suo animo è incline al fascino femminile e alla bellezza della natura, tanto da essere bollato come un revisionista…

Poeta e scrittore tra i più apprezzati del panorama contemporaneo, Umberto Piersanti – durante la sua lunga e prestigiosa carriera culturale – non si è mai stancato di percorrere forme letterarie diverse, ma accomunate dalla poetica della gioia di raccontare la memoria dei luoghi e dei tempi. Né hai mai avuto timore di affrontare con ardimento spinose tematiche storiche e di descrivere il disinganno della politica, come già emblematicamente avvenuto ne L’estate dell’altro millennio. In questa sua ultima opera, antiche tradizioni e nuove irrequietezze s’intrecciano nella rievocazione di un periodo storico, dando vita a una narrazione polemica e solo apparentemente disincantata, nella quale non sono rare considerazioni che fanno giustizia di riti e miti del ’68. Romanzo storico aperto e di divagante andamento, Cupo tempo gentile rappresenta infatti un’elegante presa di distanza da facili equazioni politiche, in cui il protagonista – vero e proprio alter ego dell’autore urbinate – attraversa un tempo cupo, conservando inalterato dentro di sé un senso gentile dei valori e del bello, la capacità di discernere la verità e il falso. Strumento di creativa indagine critica, questo libro rivela una volta di più come l’universo delle forme romanzesche sia una geografia che non smette mai di ridisegnarsi. Per la gioia dei lettori.

di Gian Paolo Grattarola

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1 commento a “Recensione di “Cupo tempo gentile” su Mangialibri

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