Pubblichiamo su Pelagos Letteratura tre poesie di Raffaella Bettiol.
S’inazzurra il cielo
S’inazzurra il mattino
non c’è nube ad insidiare
la chiarìa d’un giorno
che s’accende perfetto
dopo pioggia su pioggia.
Riluce ora l’ansa del fiume
da sontuosi platani cinto
e s’affolla nella mente
un brusio d’anni
ad ubriacare ricordi,
ineludibili affiorano
trame d’una tela che appare
inesauribile sui giovani volti,
sulla loro freschezza di risa.
Nel sole alto passano veloci.
A questo passo (poesia ispirata ai versi dal 13-21 del I Canto Inferno–Divina Commedia)
A questo passo della sera giunta
se sia un limite od un altrove
non oso pensare di vita nuova.
Un’inquietudine infinita assale
se lo sguardo volge indietro
debiti d’amore senza vie d’uscita.
Si muovono fluttuanti
immagini del passato
addenta il rimorso
la pena di sguardi dimenticati
nel sogno appena inseguiti.
Ma il sole raggia intensamente
in questa primavera che avanza
prepotente e più giorni chiedo
al mio cammino
anche se nulla reca il segno
d’una luce a noi preordinata.
Sul fiume scorrono bagliori
di sorrisi forse inappagati
e pure s’acquieta il pensiero
nella chiaria del giorno
così perfetta.
Il rumore sorda dell’onda
ad Aylan e a tutti i bambini morti nei naufragi
Sordo è il rumore dell’onda
nell’eco di voci disperse sulla battigia.
Giocattolo abbandonato
inerme giace il corpo d’un bambino
nell’aria perfetta d’un giorno che
ogni nube sgombra.
Solitudine senza carezze
la morte no, non scherma
lo smarrimento d’uno sguardo.
Tra pietre di sabbia e sole
i primi giochi
le prime parole
ora fra grumi dissipati
d’innocenza.
Il rumore sordo dell’onda
nelle voci perdutamente amate
ed il dolore sommerso sale
ed è più amaro nella luce che schiara.
Raffaella Bettiol