Tre inediti di Emanuela Capodarco

Pubblichiamo tre poesie inedite di Emanuela Capodarco.

Foto di Zdeněk Macháček da Unsplash

Ad Annarita

raccolsi una pietra bianca
liscia come di fiume
la imprigionai per anni
nel borsellino avorio
a galla tra monete
quelle da dieci lire

era buona per giocare
a campana nel cortile
con le bambine, a volte
saltare tra gli zigomi
incerti del selciato

7 maggio 2019

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davanti alla banca popolare
strade in fuga
dagli aperitivi

luogo inadatto
manca la vittoria
al nostro lampione

così svoltiamo verso un nuovo mondo,
riverbero di Americhe

maggio ha foglie chiare
stormisce, stringe il piazzale

15 maggio 2017 / 8 settembre 2018

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ricordi quando a Parigi
cercavo la Bastiglia?
sempre la solita,
commentasti ridendo

certo non ricordavi
il limite, la fine
che cosa ci fosse sulla strada,
pochi anni prima di morire

so che il glicine cresceva
accanto al gelsomino,
saliva
con quel dubbio, tra foglie
d’ebano e di rosa

come la dea ragione
davanti a Nôtre Dame
ci torneremo ancora, lo dice
la rivoluzione

14 luglio 2008 / 16 novembre 2022

NOTA BIO-BIBLIOGRAFICA

Emanuela Capodarco è nata ad Ancona e vive a Macerata, città nella quale svolge la professione di docente di lingua e civiltà inglese in un istituto di istruzione superiore.
Ha pubblicato una raccolta poetica (L’occhio del vento, Affinità elettive, Ancona 2017), con la prefazione di Umberto Piersanti.
Nel 2021 è risultata tra i vincitori della settima edizione del premio Arcipelago Itaca, ed è presente nell’antologia del premio per la sezione A.
Diversi testi sono presenti in varie antologie e riviste letterarie. Ha scritto alcune recensioni a sillogi poetiche, pubblicate su Pelagos letteratura.

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1 commento a “Tre inediti di Emanuela Capodarco

  1. Complimenti Emanuela. Le tre poesie pubblicate sono a mio avviso molto belle. Nella concisione del verso riesci ad ottenere effetti inconsueti, sorprendenti. E in poche strofe riesci a creare immagini potenti senza urlare; non sei mai banale, mai prevedibile. Quello che mi aspetto da lettore. Secondo me è vera poesia: complimenti!

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